Proposte ai fidanzati - i Cavalieri della Carità

Vai ai contenuti

Menu principale:

Proposte ai fidanzati

INSEGNAMENTI SULLA RETE

               PROPOSTA "INDECENTE" AI FIDANZATI

PREMESSA: Due cose sono certe:
1° le coppie che, seguite dalla Vergine Maria e San Giuseppe arrivano a capire che non si debbono sposare si lasciano in modo naturale e tranquillo, senza traumi e senza ferite e rimangono perfino amici.
2° chi invece approda alle nozze ha messo le base per un matrimonio sereno e duraturo. Nessuna di queste coppie si è mai separata o divorziata.

Ragazzi riflettete bene su queste due verità.

ORA ATTENZIONE: l'affidamento non è come la novena che uno fa e poi aspetta che la grazia casca dal cielo. L'affidamento presupone mettersi alla scuola di amore dei genitori di Gesù, un lavorio a quattro tra la Vergine, San Giuseppe ed i fidanzati.
Questo lavoro aumenta la capacità di amare, fa maturare l'amore, permette di conoscersi meglio, fa emergere sia le qualità che i difetti, permette ai fidanzati di rendersi conto, non solo della propria capacità di amare dell altro, ma della propria, permette di armonizzare i carattere. Se è il caso, fa emergere pacificamente che il rapporto non ha futuro e quindi porta alla decisione di interropperlo senza traumi e rimpianti.  

QUINDI PROPONIAMO AI FIDANZATI DI AFFIDARE IL LORO PERIODO DI DISCERNIMENTO
    AFFETTIVO A MARIA, MADRE DELLA CARITÀ ED A SAN GIUSEPPE

O Maria, Madre della Carità, e San Giuseppe noi, ................... e ........................ ti affidiamo il nostro periodo di discernimento affettivo.

Anche voi lo avete fatto e quindi, meglio di chiunque, ci potete guidare, ispirare ed intercedere presso Dio Onnipotente affinché possiamo trascorrere questo tempo nel modo più fruttuoso possibile per capire se siamo fatti l'uno per l'altro e se possiamo costruire insieme una famiglia cristiana.

Anche voi avete avuto le vostre difficoltà, i vostri travagli, ma avete saputo superarli perfettamente conformando la vostra volontà a quella di Dio, ciò che fece crescere ancora di più il vostro amore in modo tale che siete diventati la coppia perfetta.

Da parte nostra, ci impegniamo a seguire il vostro esempio mettendo Dio tra di noi, rispettandoci mutuamente attraverso la castità, cercando di armonizzare i nostri caratteri ed i nostri ideali, aiutandoci a progredire nella fede.

Come te, Maria, che diceste sì all'Arcangelo Gabriele inviatoti da Dio (Cfr. Lc 1, 26-38) io, ................ cercherò di dire sì ad ogni suggerimento che tu mi darai nel mio cuore onde fare crescere l'amore che mi unisce a …......... ed aiutarlo in tutto.

Come te, Giuseppe, che ascoltaste il consiglio datoti da Dio in un sogno di prenderti cura della Vergine Maria (Cfr. Mt 1, 20), io, …............ cercherò di seguire i consigli che Dio mi darà attraverso la voce della mia coscienza onde essere sempre per ……......... un uomo responsabile e serio sul quale essa possa contare in ogni momento.

E' certo che siamo deboli, molto più deboli di voi. Viviamo in una società che propone dei canoni di comportamento allettanti, ma fallaci, e ci assilla con la sua propaganda materialista ed edonista; perciò ricorriamo alla vostra protezione ed al vostro aiuto, ci impegniamo con la preghiera, la partecipazione alla Santa  Messa ed alla Comunione. Vi preghiamo di implorare con noi il perdono divino, attraverso il Sacramento della Riconciliazione, se, nostro malgrado, dovessimo fare qualche sbaglio.

O Maria. sì per me, ....................., sorella e madre in questo cammino.
O Giuseppe, si per me, ..................., fratello, padre e consigliere.
Aiutateci tutti i due ad imparare ad amarci come voi. Amen

IN CONCLUSIONE:
Con questo atto di affidamento otterete dalla Madonna e da San Giuseppe le grazie e l'aiuto che vi servono. Mettiamo pure a vostra disposizione alcune omelie che vi possono essere molto utili per il vostro discernimento e per accrescere la vostra capacità di amare.
Ecco i temi: la simpatia, i sentimenti, le passioni, il primo mezo di formazione, la buona volontà, lequilibrio sessuale.

Costruite la vostra casa sulla rocca e niente la potrà distruggere (Cfr. Mt7,25).

I SENTIMENTI

L'esortazione rivoltaci da Gesù Cristo: "Rimanete nel mio amore" (Gv 15, 9) ci richiama al tema che stiamo approfondendo durante le feste mensili della Madre della Carità, e cioè come la carità aiuta l'amore umano riguardo al quale c'è tanto disorientamento. Oggi ci soffermeremo sui sentimenti; vedremo che essi sorreggono il vero amore allorché si agganciano ai comandamenti di Dio.
1. I sentimenti, ben lo sappiamo per esperienza personale, sono degli stati affettivi che sperimentiamo a livello della nostra sensibilità; ci fanno sentire che genere d'influsso - positivo o negativo - una altra persona esercita su di noi. Quando nel linguaggio comune si dice: "Questa  persona la sento a fior di pelle", vogliamo dire che i sentimenti sono come la pelle della nostra anima; in base al genere d'influsso ricevuto dall'altra persona, noi nel nostro intimo valutiamo come reagire nei suoi confronti: o ricercarla o evitarla.
2. Oggigiorno si identifica spesso l'amore unicamente con i sentimenti; infatti si ritiene che quando non ci sono più sentimenti verso una determina persona, allora l'amore è finito. Identificare l'amore con i soli sentimenti è un grave errore per tre motivi. Anzitutto perché si dà un valore sproporzionato ai sentimenti come se fossero il principale criterio, quasi infallibile per valutare le altre persone; mentre, in realtà, i sentimenti sono solo un primo indizio e la valutazione vera e complessiva degli altri, la facciamo con la nostra ragione illuminata dalla fede. In secondo luogo, si riduce l'amore, che è una realtà ricca di molte dimensioni, al solo aspetto della sensibilità, la quale per sua natura è mutevole; infatti i sentimenti vanno e vengono a seconda di come ci sentiamo ogni giorno. Infine, è un modo sottile ed ipocrita per scaricare le nostre responsabilità sugli altri; infatti da una parte affermiamo che l'amore tra noi e una altra persona dura solo se questa continua ad esercitare su di noi un influsso positivo, mentre dall'altra parte facciamo finta di non vedere che il nostro egoismo ed il nostro orgoglio interferiscono nei nostri sentimenti e falsificano la valutazione che facciamo dell'altra persona. Ecco perché ridurre l'amore ai soli sentimenti è un grande impoverimento, anzi un travisamento del vero amore.
3. Leggendo il Vangelo, vediamo subito che Gesù Cristo era molto sensibile ed affettuoso; per esempio si commosse per le folle che senza mangiare lo seguivano, pianse di dolore dinanzi alla tomba di suo amico Lazzaro. Cosa ci insegna questo suo esempio? Tre cose. La prima: la carità non è un amore disincarnato, disumano, insensibile, freddo, no. La carità s'incarna nella nostra umanità, fa sorgere in noi dei buoni sentimenti che ne sono l'espressione umana. In secondo luogo, i sentimenti esternano agli altri la nostra carità, la fanno sentire agli altri, ci aiutano ad immedesimarci nelle situazioni altrui, a percepire le loro necessità e sofferenze. Infine, la carità, sebbene si manifesti mediante i sentimenti, non si basa su di loro, né si fa condizionare da questi, ma li plasma e li guida alla luce della Volontà di Dio. Per capire bene questo ultimo punto soffermiamoci su due esempi di Gesù Cristo: Egli si commosse vedendo il dolore della povera vedova di Naim e risuscitò il suo unico figlio deceduto. Invece dinanzi alla donna cananea che gli chiedeva insistentemente di guarire sua figlia, Egli all'inizio rimase sordo alle sue suppliche, ma poi la esaudì; per quale motivo? Perché Gesù Cristo obbediva a Dio Padre che lo aveva inviato solo al popolo d'Israele e non ai popoli pagani, ma quando Egli vide che Dio Padre aveva dato la fede alla donna cananea, allora capì che Dio Padre voleva che egli guarisse la figlia di lei. Ecco: Gesù Cristo agganciava i suoi sentimenti alla Volontà di Dio suo Padre. Invece in noi i sentimenti ci condizionano, si impongono spesso ai nostri pensieri e alla nostra volontà e ci fanno andare contro la Volontà di Dio; in Gesù Cristo era l'esatto contrario; i suoi pensieri e la sua volontà seguivano perfettamente la Volontà di Dio Padre, plasmavano i suoi sentimenti e si manifestavano mediante questi ultimi.
4. Lo stesso esempio troviamo in Maria SS.ma. Nessuna madre ebbe un amore filiale più grande di quello che Ella ebbe verso Gesù Cristo. Eppure Ella lo lasciò partire all'inizio della sua vita pubblica, non lo seguì durante i suoi spostamenti in Israele, e sul Calvario, sebbene soffrì tantissimo, non cadde nella disperazione, né si ribellò contro Dio Padre, né inveì contro gli aguzzini e contro gli apostoli che lo avevano abbandonato. In Maria SS.ma, i suoi sentimenti erano sempre ancorati alla Volontà di Dio, modellati dai voleri divini.
5. Se vogliamo che i nostri sentimenti ci aiutino a valutare in modo esatto le altre persone, e diano perseveranza al nostro amore, allora li dobbiamo impregnare di carità ed inquadrarli nella Volontà di Dio. E Dio ci manifesta la sua Volontà attraverso i suoi comandamenti e le responsabilità inerenti al nostro stato di vita nella Chiesa. Noi compiamo questa volontà di Dio allorché viviamo la carità. Ecco il grande aiuto che la carità offre ai nostri sentimenti. Li conserva retti e buoni, dà loro stabilità e così sorregge l'amore umano e lo rende perseverante. Se i nostri sentimenti sono come la pelle della nostra anima, allora la carità è come la crema protettiva che li preserva dalle scottature dell'egoismo e dell'orgoglio. Amen.

Ponte Galeria, 26.05.2011

LE PASSIONI

In questo festa mensile della Madre della Carità vedremo come le passioni umane influiscono sul nostro modo di amare. L'amore appassionato di Maria per l'arrivo del Messia promesso e tanto atteso la spinge a recarsi in tutta fretta dalla sua cugina per condividere con essa questa lieta notizia.
1. Le passioni fanno parte della normalità della nostra vita affettiva. Sono delle reazioni emotive profondamente radicati in noi e che hanno la forza dirompente di un vulcano; ci spingono in modo impellente a compiere determinate azioni nei riguardi dell'oggetto dei nostri desideri. Le passioni sono svariate; quella più importante è l'amore, che nasce dall'attrattiva di un bene da noi desiderato. Oggigiorno l'amore umano viene considerato molto spesso come una attrazione irresistibile, come una passione che domina la ragione e la volontà, per cui uno la deve seguire necessariamente. Ecco perché è utile riflettere bene sulle passioni umane.
2. Gesù Cristo ebbe una natura umana come la nostra; perciò egli sperimentò le passioni umane. Per esempio, profondamente indignato ed esternando questa sua indignazione con una santa collera, Egli scacciò i venditori dal Tempio di Gerusalemme (). Addolorato perché rigettato dal popolo eletto, Egli pianse su Gerusalemme (). Angosciato per le orrende sofferenze che l'aspettavano, Egli persino sudò sangue durante la sua agonia nel Getsemani (). Queste ed altre sue passioni si armonizzavano con la sua santa e perfetta umanità e persino con la sua divinità, perché erano manifestazioni della sua carità divina.
2. La prima caratteristica di una passione è quella di imporsi in modo prepotente alla nostra ragione ed alla nostra volontà, le quali non possono evitare questo suo primo impatto. Perciò, le sperimentiamo come fattori interiori che creano disagio e conflitti in noi. La parola "passione" viene dal latino e la sua etimologia significa sopportare, subire.
3. La seconda caratteristica della passione è quella di spingerci a compiere delle azioni che vanno al di là della nostra ragionevolezza. Per esempio, al pastore a cui manca una pecorella, la ragione gli dice che è più importante salvaguardare le 99 pecorelle e lasciare perdere quella smarrita; invece l'amore appassionato spinge il buon pastore, Gesù Cristo, ad andare alla ricerca di quella unica pecorella smarrita, lasciando in salvo le altre 99 pecorelle perché la Volontà di Dio suo Padre è che Egli non perda nessuno ().
4. Terza caratteristica: a seconda del tipo d'influsso che le passioni esercitano sulla nostra capacità di amare, queste si dividono in buone se lo migliorano ed accrescano o in cattive se lo diminuiscono e lo snaturano. Infatti c'è l'amore passionale e l'amore appassionato.
L'amore passionale è quello in cui il traguardo è l'appagamento del proprio egoismo; allora la passione acceca la mente, soggioga completamente la volontà ed uno si rimbecillisce o si incattivisce; a conferma di ciò basta ascoltare le notizie del telegiornale. L'amore passionale strumentalizza, è possessivo e distruttivo per sé e per gli altri; oltre ad andare oltre i dettami della retta ragionevolezza, si rivolge contro questi; basta pensare ai crimini passionali.
Invece l'amore appassionato è quello che vediamo in Gesù Cristo, in Maria SS.ma e nei santi. E' l'amore che scaturisce dal cuore, anzi dalle viscere, è un amore fortemente affettivo che ci spinge ad andare al di là della ragione calcolatrice; quando questo amore profondamente umano viene compenetrato e trasformato dalla carità, questa virtù teologale lo orienta verso l'adempimento della Volontà di Dio i cui disegni superano infinitamente tutti i nostri calcoli. Allora la Volontà divina illumina la nostra mente e ne allarga la visuale ristretta, sorregge la nostra volontà debole, favorisce la maturazione di tutta la persona. E' un amore altruista, e pur andando oltre i limiti della nostra ragionevolezza, non la contraddice perché compiere la Volontà di Dio è sommamente ragionevole sotto il profilo umano. Un grande esempio di amore appassionato è stato il Beato Giovanni Paolo II; tutti siamo stati testimoni del suo amore appassionato per il Cristo, Maria SS.ma, la Chiesa e per tutti gli uomini. Altro grande esempio di amore appassionato fu il carabiniere Salvo D'Acquisto; andando al di là dei calcoli dell'egoismo, si offri per essere trucidato al posto di vari ostaggi. Da una parte, l'amore appassionato dà una forza propulsiva, uno spessore umano ed un calore comunicativo alla carità soprannaturale per cui chi è animato da questo amore appassionato diffonde la carità intorno a sé. Dall'altra, la carità purifica, equilibra, ordina e orienta verso Dio tutta l'energia emotiva racchiusa nell'amore appassionato.
Maria SS.ma Madre della Carità ci aiuti a coltivare questo amore appassionato che è stato vissuto dal suo Divino Figlio e da Lei e che nobilita l'essere umano, ed a rigettare le passioni egoistiche che degradano la nostra dignità umana e cristiana.

Ponte Galeria, 26.07.2011

PRIMO MEZZO DI FORMAZIONE

Proseguendo sul tema dell'amore, riguardo al quale c'è oggi tanta confusione, ci soffermiamo nella odierna festa mensile della Madre della Carità sulla educazione dei nostri sentimenti e delle nostre passioni. Oggigiorno si enfatizza molto la dimensione affettiva e passionale dell'amore come se tutto l'amore si riducesse solo a questa dimensione. Invece il vero amore è una realtà ricchissima, costituita da vari componenti umane, molto diverse tra loro, pensiamo per esempio all'importanza fondamentale della buona volontà che è il cuore dell'amore. Perciò dobbiamo essere attenti a che i nostri sentimenti e le nostre passioni non siano disordinate e noi ne diventiamo schiavi; ecco perché dobbiamo educare, formare i nostri sentimenti e le nostre passioni affinché sorreggano e manifestino il vero amore umano, invece di contrastarlo. Questa opera di formazione riguarda non solo la nostra dimensione umana, ma anche la nostra vita cristiana, giacché san Paolo ci esorta ad imitare proprio i sentimenti di Gesù Cristo: "Abbiate in voi gli stessi sentimenti di Cristo Gesù" (Fil 2, 5).
1. Il primo mezzo per formare la nostra dimensione affettiva, è quello di collocare i nostri sentimenti e le nostre passioni sotto l'egida della nostra ragione illuminata dalla fede. Si tratta di valutare con la nostra ragione illuminata dalla fede i nostri sentimenti, le nostre passioni e le azioni verso le quali queste ci inclinano. Noi comandiamo facilmente ai nostri piedi ed alle nostre mani; ma non è così per la nostra dimensione affettiva: i sentimenti e le passioni non obbediscono automaticamente al nostro volere, anzi è il contrario. Infatti i nostri sentimenti e le nostre passioni vanno per conto loro perché da loro stessi fanno una valutazione che è sensibile, immediata, quasi istintiva delle altre persone, come, per esempio: "Questa persona è un bene per me, allora mi avvicino ad essa; questa persona è un male per me, quindi me ne allontano". Come lo possiamo vedere, questa valutazione quasi istintiva è egocentrica perché viene fatta in base ai nostri interessi personali. Che questa valutazione sia limitata e non poche volte anche sbagliata lo dimostra il fatto seguente: quante volte abbiamo dovuto ricrederci riguardo alla prima impressione che abbiamo avuta delle persone allorché col passare del tempo le abbiamo conosciute meglio?
2. Perciò questa valutazione quasi istintiva deve essere integrata e corretta da quella fatta dalla nostra ragione illuminata dalla fede. E la nostra ragione valuta e giudica normalmente in base a criteri oggettivi ed etici; questi criteri sono principalmente gli obblighi e le responsabilità inerenti al nostro stato di vita. Per esempio, la colera: due genitori non possono insultarsi a vicenda alla presenza dei figli perché è dare a questi un cattivo esempio, è venire meno nella loro autorevolezza morale, è coinvolgere terzi che non c'entrano nella discussione in corso , ecc.; l'atteggiamento giusto è quello di risolvere i contrasti da soli.
3. Ma la sola ragione non basta per fare una attenta valutazione dei nostri sentimenti; bisogna aggiungervi la fede: Questa ci fa vedere i nostri sentimenti, le nostre passioni e le altre persone nella luce di Dio, e cioè in relazione con Dio. Per esempio, se a livello affettivo e ragionevole si prova il sentimento dello sdegno per un coniuge infedele, a livello cristiano gli si perdonerà e gli si darà una nuova opportunità per riannodare il legame coniugale sull'esempio di Gesù Cristo che mantiene il suo legame sponsale con la Chiesa anche se i suoi membri Gli sono infedeli. Sulla croce, Gesù Cristo disse: "Padre, perdonali perché non sanno quello che fanno" (Lc 23, 34); ecco: Egli non fu preso dalla collera, ma considerò i suoi aguzzini in relazione a suo Padre celeste, invocando per la loro la misericordia di Lui perché anche loro andavano salvati. Anzi Egli aggiunse: "perché non sanno quello che fanno". Ecco: il considerare gli altri nella luce di Dio, allarga di molto la nostra visuale troppo miope e deformata dal nostro egoismo, e ci fa vedere gli altri nella loro vera e profonda realtà. E così i nostri sentimenti e le nostre passioni, da soggettive ed smisurate che erano, diventano conformi alla realtà e rettamente inquadrate.
Nella nostra formazione alla carità, Maria SS.ma Madre della Carità ci aiuti a ricordare sempre che i sentimenti e le passioni seguono anzitutto il nostro modo di vedere e di valutare gli altri; per correggere le nostre reazioni sbagliate, dobbiamo innalzare il livello della nostra visuale da quello sensibile ed egoista a quello della ragione illuminata dalla fede in Gesù Cristo. Allora la Madre della Carità realizzerà in noi l'auspicio paolino: "Abbiate in voi gli stessi sentimenti di Cristo Gesù".

Ponte Galeria, 26.08.2011

LA BUONA VOLONTA'

Le nozze di Cana in Galilea sono l'episodio evangelico che è più consono al tema dell'amore umano che stiamo approfondendo nelle omelie delle feste mensili della nostra Patrona. Oggi la Madre della Carità ci aiuti a vedere come l'essenza dell'amore risieda nella buona volontà.
1. Le nozze di Cana vi ricordano senz'altro la cerimonia del vostro matrimonio. Il consenso matrimoniale che avete manifestato pubblicamente, sia nell'ambito religioso che in quello civile, è avvenuto mediante un atto della vostra volontà. Infatti, alla domanda rivoltavi: "Tu vuoi prendere come sposa o sposo questa persona?", voi avete risposto: "sì". Questa decisione della vostra volontà ha sancito il vostro matrimonio.
2. Il "sì" deciso che vi siete scambiati non è solo una formalità, ma manifesta il convincimento universale che l'amore si radica propria nella nostra volontà. Per quale motivo? Per tre motivi. In primo luogo, quando una relazione d'amore sale di livello e passa dai sentimenti e dalla passione al livello della volontà, allora questo amore matura; infatti diventa un amore vero e completo sotto il profilo umano perché coinvolge la capacità decisionale, e non solo la parte sensibile. In secondo luogo, i sensi e la sensibilità si fissano sull'aspetto esteriore della persona che si ama; invece, la volontà prende in considerazione le sue qualità morali, le sue virtù; ora le virtù sono il frutto degli sforzi perseveranti della volontà; perciò le virtù possedute dalla persona amata fanno sì che questa sia unica, per cui è stata scelta ed amata. Infine, in terzo luogo, amare significa sentirsi responsabile della persona che si ama la quale si affida, si consegna a noi; e difatti la formula del consenso matrimoniale dice che i due sposi si promettono fedeltà "nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia"; ebbene, questo senso di responsabilità si radica nella nostra volontà, non nei nostri sensi o nella nostra sensibilità. Perciò il vero amore coniugale è un incontro tra due persone che si responsabilizzano a vicenda e che insieme costruiscono un comune progetto di vita. Ecco perché il simbolo dell'amore non è tanto il cuore quanto la buona volontà.
3. Ma cosa è la buona volontà nell'ambito dell'amore coniugale? In pratica, è la generosità nel fare ogni giorno degli sforzi per migliorarsi, così venirsi incontro l'un l'altro. E' la perseveranza nell'adempiere ogni giorno i propri doveri in famiglia. E' la pazienza da avere l'uno verso l'altro, accettandosi realisticamente con pregi e difetti.
4. La buona volontà è più salda ed affidabile che i sentimenti e le passioni, ma non è indefettibile, possiamo venire meno ai nostri impegni e responsabilità. Ecco perché la nostra buona volontà ha bisogno del sostegno della carità. Dio infonde in noi la sua carità, e cioè la sua forza d'amare, specie mediante i sacramenti della confessione e della santa Comunione. Con questa aiuto della carità, la nostra volontà diventa più forte e così, per esempio, i coniugi cristiani perseverano nel loro mutuo amore.
5. Tutto ciò è confermato dal miracolo compiuto da Gesù Cristo alle nozze di Cana (cfr Gv 2, 1-12). In quei tempi, i festeggiamenti per un matrimonio duravano giorni e giorni. Ora a quelle nozze si è bevuto in fretta tutto il vino, per cui venne a mancare prima della fine dei festeggiamenti; questa penuria simboleggia l'amore passionale, che può esaurirsi in un tempo più o meno breve tra i coniugi. Cosa fece il Signore? Egli fece apparire il vino buono; ora questo vino di ottima qualità simboleggia la buona volontà nell'ambito dell'amore; difatti grazie a questo vino buono la festa si prolungò, anzi si gioì di più che all'inizio, allo stesso modo la buona volontà prolunga la festa, la gioia nell'amore coniugale. La vera ebbrezza nell'amore coniugale viene non dal vino comune ed ordinario della passione, ma dal buon vino della buona volontà, che assume e nobilita l'ebbrezza dovuta al vino inferiore della passione.
Alla nozze di Cana, Maria SS.ma fu la persona che ebbe il maggiore senso di responsabilità perché fu l'unica ad accorgersi che il vino era venuto a mancare. Che Ella ci renda partecipi di questo suo senso di responsabilità allorché vogliamo amare gli altri. Che Ella ci faccia comprendere che l'amore umano nasce, sì, dal cuore, ma che esso diventa maturo e compiuto allorché si radica nella nostra buona volontà. Infine che Ella aiuti i coniugi cristiani a convincersi che la buona vita cristiana ed una regolare pratica sacramentale rafforzano la buona volontà e così l'amore coniugale viene consolidato. Amen.

Ponte Galeria, 26.09.2011.

LA SIMPATIA

Oggigiorno c'è un grande disorientamento riguardo all'amore perché ognuno l'intende a modo suo. Perciò nelle feste mensili di questo anno della Madre della Carità ci soffermeremo su questo tema. Ella ci guidi e aiuti così che impariamo ad amare come Lei.
1. Il primo gradino sul quale ci appoggiamo per salire verso l'amore è la simpatia. Infatti la prima cosa che guardiamo negli altri è il loro modo di atteggiarsi. Quando uno è affabile, gentile, di buon umore e gioioso, intrattenersi con lui è piacevole. Perciò la simpatia facilita le relazioni. Con le persone che ci vanno a genio, si crea subito un bel clima. La simpatia è una attrazione naturale, una inclinazione istintiva, spontanea verso chi condivide i nostri sentimenti, le nostre idee, i nostri gusti, le nostre affinità caratteriali. Ci si sente sulla stessa lunghezza d'onda.
2. L'Apostolo S. Paolo raccomandava ai cristiani: "Siate sempre lieti nel Signore … La vostra amabilità sia nota a tutti" (Fil 4, 5). E S. Luca negli Atti degli Apostoli attesta che i cristiani della prima comunità "godevano di grande favore" presso "tutto il popolo" di Gerusalemme (Att 2,47; 4, 33). La simpatia è una dote umana che è necessaria per entrare in contatto con gli altri e stabilire un bel rapporto con loro. Il cristiano l'adopera per esternare la sua carità; con la sua simpatia, egli attira le persone e così può fare loro del bene. Invece chi è burbero, chiuso in sé, asociale, rimane solo e non fa nessun bene agli altri.
3. Ma bisogna essere attenti a non coltivare unicamente la simpatia. Chi si mette nei panni del simpaticone, sempre scherzoso, perché vuol essere ben accetto da tutti, esce dal cammino del vero amore e della carità. Anzitutto cade nella superficialità; oggigiorno si insiste molto sul "look", sull'immagine di sé da dare agli altri per nascondere il proprio vuoto interiore; dalla superficialità si scivola nella pigrizia e nella faciloneria, perché si evita tutto ciò che richiede sforzo ed impegno a favore degli altri. Inoltre, passiamo facilmente dalla simpatia all'antipatia, sia noi verso gli altri, sia loro nei nostri confronti allorché conoscendoci meglio, scopriamo i nostri reciproci difetti. Infine, si fa una odiosa discriminazione in base al nostro egocentrismo: accogliamo le persone che ci vanno a genio, escludiamo quelle che ci sono antipatiche e tra queste ci sono senz'altro delle persone con delle belle doti; ciò evidenzia che la simpatia è una reazione istintiva, a fior di pelle, per cui ha bisogno delle riflessione e del discernimento per correggere le proprie reazioni.
4. Nel Vangelo il Signore ci ha indicato due mezzi concreti per elevare la nostra simpatia dal livello umano a quello cristiano. In primo luogo, ci ha detto che nel nostro modo di amare, dobbiamo andare al di là della semplice simpatia: "Se voi amate soltanto quelli che vi amano, quale merito ne avete? Anche i malvagi si comportano così. Se salutate solamente i vostri amici, fate qualcosa di meglio degli altri? Anche quelli che non conoscono Dio si comportano così" (Mt 5, 46-47); amando tutti, superiamo l'ingiusta discriminazione tra simpatici ed antipatici, e così imitiamo Dio Padre che ha scendere la pioggia sui buoni e sui cattivi (cfr. Mt 5, 45). In secondo luogo, Egli ci ha detto: "Chi avrà dato … anche un solo bicchiere d'acqua fresca … [nel mio nome] … non perderà la sua ricompensa" (Mt 10, 42; Mc 9, 41); ecco: nel fare del bene agli altri, lo dobbiamo non per metterci orgogliosamente in evidenza, ma farlo per amore del Signore. Questa motivazione spirituale ci dà una solidità interiore ed una consistenza alla nostra simpatia esteriore. Se il primo gradino dell'amore, che è la simpatia, è vuoto, quando ci si appoggia il piede, lo si sfonda; invece, quando è pieno di amore a Gesù Cristo, è un solido e sicuro punto d'appoggio per giungere ad amare davvero gli altri.
5. La Vergine Maria è la creatura in cui Dio si è più compiaciuto, ossia Ella è stata la più simpatica agli occhi Suoi. Ella però non si è chiusa in questo suo rapporto privilegiato con Dio, ma ha accettato sul Calvario di diventare la madre spirituale di tutti noi, che le avremmo arrecati tanti dispiaceri e dolori. E' andata tanto oltre nella sua carità da diventare il "rifugio dei peccatori". ImitiamoLa nel suo modo di amare, superando le naturali simpatie ed antipatie.

L'equilibrio sessuale

La Madre della Carità è tutta protesa ad aiutare tutti noi a progredire sul cammino dell'amore di carità. Questo suo aiuto Ella lo offre in modo particolare ai giovani affinché si preparino nel modo giusto al matrimonio, ed ai coniughi affinché si amino di più e meglio.
1. L'incontro tra Gesù Cristo e la Samaritana avvenne accanto ad un pozzo ed il tema principale del loro colloquio fu l'acqua. Il paragone tra l'acqua e la sessualità ci aiuterà a comprendere l'importanza dell'equilibrio sessuale. Dove c'è acqua, c'è vita. Anzi quando l'acqua è presenta in quantità equilibrata ed è convogliata da argini, essa diventa una forza vitale: serve per l'irrigazione, per gli usi domestici, per produrre l'elettricità, ecc. Al contrario, quando l'acqua è in quantità smisurata e non ci sono argini, essa diventa una forza di morte: distrugge tutto, la natura e gli uomini; pensiamo al maremoto nel Sud Est asiatico. Ebbene, come l'acqua, la sessualità è una forza vitale. Anzi è una dimensione sacra della persona perché grazie alla sessualità l'uomo e la donna diventano Cocreatori con Dio. Nel disegno sotto l'altare, vedete una bilancia dove l'uomo e la donna si trovano allo stesso livello sui due lati della bilancia; quando la sessualità è equilibrata e normale, essa è fattore di armonia e di felicità nei coniughi; invece, quando essa è staccata dall'equilibrio, diventa una forza brutale che distrugge le persone, le coppie, le famiglie, il benessere e persino una nazione! P. Stanislao, che fu un attento osservatore della realtà umana, aveva ben ragione di affermare: "La vita sessuale è come un motore; quando funziona bene, tutto va bene: quando funziona male, tutto va male. Ecco perché ho tanto insistito sull'equilibrio sessuale" (1971.01.05 ; 00013F*050).
2. C'è un apprendistato nella gestione della sessualità per arrivare all'equilibrio sessuale. Molto spesso la sessualità viene vissuta all'inizio come incontro tra due egoismi: i due partner sono come due capitalisti che vogliono trarre quanti più profitti personali dai loro rispettivi investimenti amorosi. I capitalisti, però, si ritirano appena c'è un abbassamento dei profitti. Questa convergenza di due egoismi è la principale causa per cui 3 matrimoni su 5 falliscono entro i primi 5 anni. Infatti i coniughi capitalisti identificano la felicità con la sola sensualità erotica, e ciò è un terribile sbaglio. Infatti la sensualità procura una soddisfazione fisica che è sempre limitata e che va diminuendo perché col tempo è sempre meno una novità , mentre il desiderio della felicità, che è radicato nella nostra interiorità, è una aspirazione illimitata. Inoltre, la soddisfazione egoistica strumentalizza l'altra coniuge il quale si sente sempre più ferito nella sua dignità personale; perciò la donna samaritana, che fu presa successivamente da cinque mariti, fu all'inizio chiusa, aggressiva e sarcastica con Gesù Cristo, pensando che era un uomo come tutti quelli che essa aveva conosciuti. L'egoismo sessuale diventa fattore di squilibrio e col tempo rischia di portare anche alle anomalie e depravazioni sessuali: la pornografia, la prostituzione, l'omosessualità, la pedofilia, ecc. Perciò nel disegno vedete che quanto più l'ago dell'equilibrio sessuale si sposta verso l'egoismo, tanto più va verso l'anormalità, e la distanza è relativamente breve tra un passo e l'altro.
3. Il successo nel matrimonio è legato ad una evoluzione normale:  dal matrimonio concepito come una società capitalistica basata sull'appagamento sessuale si deve maturare verso il matrimonio vissuto come una comunità di volontariato senza scopo di lucro! Infatti solo questo ultimo tipo di matrimonio supera le difficoltà della vita dove non ci sono gratificazioni immediate. Quindi per raggiungere l'equilibrio sessuale e la normalità ci si deve maturare verso la sessualità integrata nel vero amore, che è gratuito, oblativo e sacrificato. Infatti, la sessualità, oltre alla sua dimensione fisica, ha anche varie altre componenti: quella affettiva, quella caratteriale, quella mentale e persino quella spirituale. Nel rapporto intimo, tutte queste dimensioni devono essere espresse e comunicate vicendevolmente, altrimenti esso rimane un puro atto egoistico e carnale. L'equilibrio sessuale aiuta i coniughi a sviluppare tanti altri bei modi per manifestarsi il loro mutuo amore. La vera virilità e la vera femminilità si identificano con i valori morali dell'oblatività, dell'affidabilità, del senso di responsabilità, della capacità di rinunciare al proprio egoismo e di sacrificarsi, ecc. Queste virtù costituiscono il programma dell'apprendistato dell'equilibrio sessuale grazie al quale i due coniughi cresceranno insieme e diventeranno due adulti maturi, laureati in matrimonio con il massimo dei voti a motivo del successo duraturo della loro vita di coppia! Di fatto la donna samaritana, proprio perché venne trattata con rispetto, bontà e tatto da Gesù Cristo, ritrovò la sua dignità e cambiò radicalmente.
4. Il Buon Dio sa che questa maturazione è impegnativa; perciò Egli ci ha dato i sacramenti. C'è il sacramento del matrimonio che è come un pacemaker applicato al cuore di ciascuno coniuge; li stimola a superare la tentazione dell'egoismo sessuale così che essi, con l'aiuto di Dio, possano amarsi sempre di più e meglio. C'è il sacramento della Confessione che aiuta a riprendere l'impegnativo apprendistato del vero amore. E soprattutto c'è il Sacramento dell'Eucaristia nel quale Gesù Cristo comunica a tutti la sua forza d'amare. Così il Signore ci aiuta con la sua grazia nell'apprendistato dell'equilibrio affinché la sessualità sia una forza vitale e positiva come l'acqua, ed il matrimonio sia una comunità di volontariato senza scopo di lucro che riesce là dove falliscono i matrimoni fondati sull'egoismo sessuale.

 
Torna ai contenuti | Torna al menu